• Mascherina, vieni alle Fiere d'Arte. Dieci appuntamenti in poche settimane

    Dieci appuntamenti in poche settimane, si parte da Milano e si finisce a Miami

    Milano, Basilea, di nuovo Milano, poi Londra, Verona, Parigi, Torino, Lugano, Roma infine Miami... La riapertura in sequenza delle fiere d'arte, Covid permettendo, costringerà gallerie e collezionisti a un vero grand tour autunnale: alcune sono state riposizionate per non perdere l'edizione 2021, altre posticipate di poco, altre resistono nella loro consueta collocazione, ma costrette in un calendario fitto, appena tre mesi, che provoca una sensazione di sazietà già solo spulciando il menù.

    Dopo due anni, in cui i lockdown e le misure sanitarie hanno azzerato le manifestazioni in tutto il mondo, l'art system scommette dunque sulla riapertura del circuito internazionale, sperando che la transumanza da una città all'altra dei ricchi investitori riprenda con la stessa nonchalance del 2019, quando le vendite fatte dagli operatori durante le fiere avevano raggiunto la cifra record di 16 miliardi di dollari, arrivando a quotare il 45% del fatturato di galleria. Un valore, 16 miliardi, che rappresentava il 25% del totale del mercato dell'arte, valutato all'epoca in 64 miliardi, e che si è volatilizzato contribuendo a una perdita nel 2020 del 22% rispetto al 2019, e quasi del 30% rispetto al 2018.

    Si comincia a Milano con MiArt il 17 settembre, con 145 gallerie provenienti da 20 Paesi oltre all'Italia. Si prosegue ad Art Basel dal 24 settembre anche se per via delle restrizioni che gli Stati Uniti stanno imponendo ai viaggi in Svizzera alcuni espositori hanno chiesto la cancellazione dell'evento, preoccupati che non arrivino i collezionisti americani. Si ritorna in Lombardia il 7 ottobre per il Mia Fair, poi dal 13 ottobre Frieze a Londra, ArtVerona dal 15 ottobre, quindi Parigi per la Fiac dal 21 ottobre, Artissima a Torino il 5 novembre, Lugano con Wop Art e Roma alla Nuvola dal 18 novembre, infine dal 30 novembre si conclude l'abbuffata a Miami dove apriranno almeno tre manifestazioni in contemporanea: l'elenco sommario comprende solo le fiere maggiori e più interessanti per il mercato italiano ed europeo, considerando che il database dell'Art Market Report, in realtà, ne conta al mondo 365, tra quelle di contemporaneo, antiquariato, arti decorative, di fatto un vernissage ogni giorno dell'anno.

    Se non ci sono (quasi) dubbi sull'apertura delle fiere, salvo recrudescenze della pandemia e chiusure per ora imprevedibili, più complessa è la partecipazione delle gallerie, dei vip, dei giornalisti, dei curator e del pubblico pagante che fino all'anno scorso aveva una composizione transnazionale. Ogni ente promotore ha sviluppato un proprio protocollo sanitario e gli obblighi, perfino fantasiosi, cambiano a secondo dei luoghi: in generale è necessario il green pass, o in alternativa l'effettuazione di un tampone con esito negativo entro le 48 ore precedenti. Vige l'obbligo di mascherina. Si consiglia il distanziamento interpersonale di almeno un metro e la disinfezione regolare delle mani. Le gallerie sono obbligate a rispettare le norme per il contrasto e contenimento della diffusione del virus, oltre che garantire la massima pulizia all'interno degli stand mediante sanificazioni degli oggetti, mettendo a disposizione dei clienti guanti monouso da utilizzare qualora volessero interagire con le opere. I biglietti dovranno essere preventivamente acquistati online. L'accesso sarà contingentato.

    Nello specifico, ad Art Basel Basilea verrà dato ai visitatori un braccialetto che comprovi la vaccinazione (non vale però Astrazeneca), la distanza interpersonale è aumentata a 1,5 metri, mentre le varie stanze saranno arieggiate almeno quattro volte al giorno. Al Frieze di Londra si consiglia di non portare ombrelli, bagagli o borse e se non ci si sentisse bene dopo la visita ai padiglioni si dovrà avvertire la biglietteria. Alla Fiac, a Parigi, si prevede di sanificare regolarmente le maniglie e i corrimani del Grand Palais, nei punti ristori ai tavoli ci si potrà sedere in massimo dieci, mentre le persone sospettate di essere contagiate verranno isolate e prese in carico dal servizio sanitario. A Verona invece sarà precluso l'accesso a chiunque presenti sintomi riconducibili a un contagio (temperatura superiore a 37,5°C). Ad Art Basel Miami, oltre il green pass, dovrà essere compilato tramite un app telefonica un questionario sanitario che attesti l'assenza di sintomi Covid nei 14 giorni precedenti; mentre ad Art Miami non ci sarà l'obbligo di portare la mascherina per chi si è vaccinato, ma non si potranno portare nei padiglioni animali da compagnia e neppure biciclette, scooter pieghevoli o passeggini.

    Ancora più complicato il viaggio: nessun problema per gli italiani in Italia, a meno che qualche regione non passi in arancione o in rosso, pochi in Svizzera e Francia, o nei confini Ue, specie per chi ha il green pass, meno facile invece raggiungere il Regno Unito: i non vaccinati devono rispettare una quarantena di dieci giorni, i vaccinati devono comunque sottoporsi a un tampone pre-partenza e ad un tampone di monitoraggio entro il secondo giorno dopo l'arrivo. Infine, per ora, non è ancora possibile entrare negli Stati Uniti per turismo, visite o affari se nei 14 giorni precedenti si è stati in Italia o in un altro dei paesi dell'area Schengen: dimentichiamoci la Florida.

    Ciò detto, i galleristi desiderano che tutto riprenda: le fiere erano un market place straordinario per convincere i clienti, il 15% delle vendite avveniva addirittura prima dell'inizio delle esposizioni (circa 2,5 miliardi di dollari), il 64% durante l'esposizione (10,6 miliardi), e sulla scia, come risultato diretto di contatti presi negli stand, nei giorni seguenti si portava a casa un altro 21% del fatturato (3,5 miliardi). Molti tra gli italiani parteciperanno almeno a una delle prossime fiere in programma, anche se l'Angamc (l'associazione delle gallerie) sperava che gli enti fieristici potessero prevedere sconti o dilazioni sui pagamenti. D'altro canto, anche gli organizzatori hanno avuto non poche difficoltà economiche, basti pensare che perfino la corazzata Art Basel ha conti in rosso e l'anno scorso è stato provvidenziale l'ingresso nella compagine societaria di James Murdoch per dare respiro ai magri bilanci.

    L'unica cosa positiva sempre secondo l'Art Market Report è che il 68% dei super ricchi (i cosiddetti HNWI, gli High Net Worth Individual) si è detto felice di poter partecipare a una fiera nel quarto trimestre del 2021. Ed è facile capire il motivo: nel 2020 nonostante la crisi, il numero di miliardari è aumentato nel mondo del 7% e la loro ricchezza è cresciuta addirittura del 32%, e di questi fortunati il 66% ha rivelato che la pandemia ha incrementato il loro interesse per il collezionismo di arte.

    Fonte: ilgiornale.it
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