• Le fiere piegate dal Covid chiedono un fondo da 600 milioni

    Atteso lunedì 8 giugno un incontro tra il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini e il ministro dell’Economia Gualtieri

    Sono state tra le prime attività economiche a pagare gli effetti della pandemia , eppure finora il Governo non ha dimostrato particolare attenzione alle fiere italiane. Un settore che muove ogni anno 60 miliardi di euro, funzionando da volano per le attività commerciali delle imprese, che ha visto sostanzialmente azzerati i ricavi da marzo a oggi, con l’annullamento o lo slittamento di tutte le manifestazioni in calendario.

    L’incontro Bonaccini-Gualtieri

    Ora, forse, con il decreto Rilancio, potrebbe arrivare un ristoro per le società fieristiche e gli organizzatori degli eventi. Lunedì mattina 8 giugno è atteso infatti un incontro tra il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, per discutere anche di sostegno al sistema fieristico.
    Bonaccini si fa portavoce di una iniziativa congiunta che ha visto in questi mesi la mobilitazione di diversi attori, tra cui lo stesso presidente dell’Emilia-Romagna e i suoi pari grado di Lombardia e Veneto – cioè le 3 Regioni che, insieme, ospitano l’80% delle fiere italiane. I 3 governatori hanno scritto nelle scorse settimane al Governo per chiedere l’istituzione di un fondo a sostegno degli operatori del sistema, per coprire mancati ricavi e costi aggiuntivi necessari per garantire la messa in sicurezza in vista della (auspicabile) riapertura a settembre.

    Un fondo da 600 milioni a sostegno delle fiere

    Proprio dell’istituzione di questo fondo discuteranno Gualtieri e Bonaccini, a partire dall’emendamento al decreto Rilancio presentato dal deputato del Partito democratico Serse Soverini, che individua in 600 milioni di euro la cifra necessaria per dare ossigeno a un sistema gravemente colpito dagli effetti del Covid .
    Alle spalle, per così dire, dell’iniziativa, c’è tutto il sistema che ruota attorno all’industria fieristica: non soltanto i quartieri ospitanti (rappresentati da Aefi), ma anche le associazioni industriali che organizzano alcuni tra i più importanti appuntamenti business del nostro Paese, come il Salone del Mobile di Milano (organizzato da FederlegnoArredo Eventi) e il Cersaie di Bologna (di Confindustria Ceramica).

    Il ruolo delle fiere per il made in Italy

    Perché, come ricorda il presidente di Confindustria Ceramica Giovanni Savorani, «sostenere le fiere significa sostenere il made in Italy: senza le nostre manifestazioni, che attirano visitatori da tutto il mondo, è difficile far capire ai buyer il valore aggiunto e la qualità che differenziano i prodotti della manifattura italiana da quelli dei altri competitor esteri». Non a caso, si stima che il 50% delle esportazioni delle nostre aziende passi proprio attraverso i contatti e gli ordini realizzati nelle fiere. «È un dato di fatto che noi, come aziende, stiamo già sentendo gli effetti negativi della cancellazione di alcuni importanti appuntamenti fieristici, in termini di mancati ordini e ricavi», sottolinea Savorani.

    L’indotto sui territori

    Senza contare il danno che la cancellazione delle fiere ha portato all’economia dei territori, che dall’arrivo di migliaia di visitatori business ricevono ogni anno grandi benefici per l’indotto turistico: «Pensi che solo il Cersaie porta a Bologna 110-120mila persone in una settimana», aggiunge Savorani. «Le Fiere rappresentano un volano economico non solo per chi quelle fiere le organizza e per le aziende che ci investono, ma per le città che le ospitano e per tutto l’indotto che creano», conferma Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo Eventi, la realtà che gestisce il Salone del Mobile di Milano (annullato quest’anno e slittato ad aprile 2021), «vetrina internazionale per il made in Italy e il legno-arredo, che da sola muove l’economia di gran parte dell’Italia», con 400mila visitatori. «Purtroppo l’emergenza Covid ci ha costretto a uno stop doloroso le cui ricadute economiche sono davvero pesanti e risollevarsi non sarà facile - osserva Orsini -. Per questo sosteniamo gli emendamenti presentati al Governo e auspichiamo che ci siano aiuti concreti per i quartieri fieristici, per gli organizzatori di fiere e per gli allestitori fieristirici che quest’anno fattureranno zero». L’auspicio è che il Governo riconosca il ruolo che il sistema fieristico ha per il nostro Paese, aggiunge, «dando attuazione immediata anche al credito d’imposta e, perché no, pensando anche di potenziarlo».

    Sicurezza e promozione

    È urgente dunque ripartire, ma prima di tutto attivare finanziamenti a sostegno del sistema, che in questi mesi ha investito molto anche per adeguare i protocolli di sicurezza. Dopodiché, osserva ancora Savorani, sarà necessaria anche una forte campagna di promozione all’estero di questi eventi, da parte del ministero degli Esteri e dell’Ice, per far capire al mondo che l’Italia, pur gravemente colpita dalla pandemia, ne sta uscendo ed è pronta a ripartire.

    Soddisfatto della disponibilità del ministro Gualtieri a incontrare il mondo delle Fiere si dice Giovanni Laezza, presidente di Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane): «Abbiamo elaborato e sottoposto alle istituzioni, fin dagli inizi della pandemia, una serie di richieste per sostenere gli associati e l’intero comparto dal grave impatto dell’emergenza che ha bloccato da fine febbraio le attività fieristiche», spiega Laezza. Tra le proposte, anche quella di un fondo economico. «Siamo convinti che l’intervento sinergico di tutto il comparto possa portare a raggiungere al più presto l’obiettivo e poter tornare ad esercitare il nostro ruolo di leva della politica industriale ed efficace strumento al servizio delle imprese», aggiunge il presidente di Aefi.

    «Il sostegno al settore fieristico è fondamentale per il rilancio dell’economia – dichiara Antonio Bruzzone, direttore generale BolognaFiere -. Le fiere sono, da sempre, una delle principali leve per l’internazionalizzazione del made in Italy e per il suo ingresso in nuovi mercati. Le misure che il Governo individuerà per il sistema fieristico ci consentiranno di continuare a essere gli amplificatori, su scala mondiale, della qualità, dell’innovazione e della creatività delle nostre filiere industriali e delle nostre pmi. Parallelamente, la ripresa delle attività espositive sarà fondamentale anche per l'indotto che gli eventi trasferiscono sui territori, in termini economici e, anche, di marketing territoriale».

    Fonte: ilsole24ore.com
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