“Coronavirus, riparte il calcio ma non le fiere, ora basta”
L’appello di VeronaFiere: il settore vale 60 miliardi, noi siamo pronti ma servono regole dal Governo.
«Ad oggi, mentre riparte il calcio, riaprono ombrelloni, musei e i parchi di divertimento, non sappiamo quando potremo riattivare la nostra forza propulsiva a sostegno del Paese. Contiamo che i tempi della riapertura delle attività fieristiche siano definiti al più presto». L’appello di Maurizio Danese, presidente di Veronafiere e vicepresidente di Aefi, arriva in occasione della Giornata mondiale delle Fiere indetta da Ufi (Global association for the exhibition industry) e celebrata a padiglioni chiusi.
Secondo Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), sono circa 1.000 le manifestazioni fieristiche organizzate dal settore ogni anno (oltre 200 le internazionali e 89 quelle organizzate all’estero). È pari a circa 60 miliardi di euro il volume d’affari annuale generato dalle 200 mila imprese italiane espositrici e dai 20 milioni di operatori provenienti dall’Italia e da tutti i paesi del mondo. Il 50% delle esportazioni nasce da contatti originati dalla partecipazione alle manifestazioni fieristiche. Il lockdown fieristico ha determinato la cancellazione o rinvio degli eventi programmati nel primo semestre del 2020, con un danno per le sole realtà di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, le tre regioni dove si concentra il 75% delle manifestazioni internazionali italiane, di circa 700 milioni di euro più l’indotto.
Per il direttore generale della Spa, Giovanni Mantovani: «Veronafiere è pronta a ripartire: in questi mesi abbiamo ridisegnato strategie e strumenti per assicurare il business ai nostri comparti produttivi. Ora servono risposte dal Governo: la certezza della data di riapertura, l’approvazione dei protocolli presentati congiuntamente con i principali player del settore, un sostegno adeguato per evitare un pericoloso avvitamento finanziario».
Fonte: MAURIZIO TROPEANO - lastampa.it
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