• Il Salone di Ginevra è a rischio fallimento

    La cancellazione dell’edizione 2020 ha messo in crisi la kermesse elvetica e potrebbe non riaprire mai più

    Per gli addetti ai lavori (e non solo) il Salone di Ginevra è un’istituzione. La kermesse automobilistica più importante d’Europa, tenutasi ogni anno a dispetto di crisi, economie traballanti e altro. Un punto fermo che negli anni ha registrato sì qualche defezione, ma sempre meno rispetto ad altri appuntamenti come Francoforte e Parigi.

    Una “roccia” che rischia però di scomparire per colpa della pandemia da COVID-19. Il coronavirus infatti potrebbe non aver cancellato solo l’edizione 2020, annullata a pochissimi giorni dall’apertura, ma rischia di aver scritto la parola “fine” all’avventura ultracentenaria del Salone di Ginevra.

    Arrivederci a quando?

    Come dichiarato al quotidiano La Tribune de Genève da Sandro Mesquita, direttore del Salone di Ginevra, la kermesse elvetica potrebbe infatti aver chiuso definitivamente con l’edizione del 2019, la numero 89 dalla sua fondazione (avvenuta nel 1905).

    Se non troviamo una soluzione entro settembre, rischiamo la messa in liquidazione. Dovremo mettere in vendita i nostri beni, in particolare il marchio e le azioni della Palexpo SA.

    Una nuovo grido dall’allarme che arriva un mese dopo le voci che vorrebbero l’edizione 2021 del Salone di Ginevra a rischio per mancanza di fondi, con i principali espositori che avrebbero consigliato all’organizzazione di rimandare tutto direttamente al 2022. A patto però di riuscire a trovare i fondi per sostenersi, con i 16,8 milioni di franchi svizzeri messi a disposizione dal Governo Federale rifiutati dall’organizzazione, in quanto le condizioni andavano contro lo statuto della Fondazione che gestisce il Salone.

    Fare presto

    Tutto è ancora da decidere ma il tempo stringe, con settembre ormai dietro l’angolo. Lo stesso Mesquita ha ribadito ancora una volta la difficoltà nel riuscire ad organizzare il Salone di Ginevra 2021. Il problema ora però non è più il “quando” ma il “se si farà”. Una soluzione potrebbe essere quella dell’ingresso di investitori privati, oppure un accordo con il Cantone di Ginevra senza vincoli per il prestito.

    Una situazione di certo non facile che coinvolge tutto il mondo dei saloni dell’auto, con quello di Francoforte pronto a traslocare a Monaco di Baviera a partire dal 2021, Parigi 2020 fortemente ridimensionato con la sola parte in giro per la città confermata (per ora).

    Anche oltre Oceano non se la passano bene: Detroit – da tempo in sofferenza – in tempi non sospetti aveva già rivisto il proprio calendario spostandosi da gennaio (per non soffrire la concorrenza del CES di Las Vegas) a giugno ed è stato poi definitivamente rimandato al 2021. Stessa sorte per New York. Dobbiamo quindi prepararci a dire definitivamente addio ai saloni dell’auto?

    Fonte: motor1.com
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